Nuova notte di violente rivolte in Nuova Caledonia, territorio d'oltremare francese nel sud del Pacifico dove da lunedì i cittadini protestano contro una riforma elettorale voluta da Macron. Tre persone sono state uccise secondo quanto riporta la testata londinese The Guardian. «Centinaia i feriti» riferisce il ministro degli Interni francese Gerald Darmanin. Sono inoltre «decine le case e le attività commerciali bruciate» dai rivoltosi, aggiunge.
I tre morti erano giovani indigeni Kanak, ha detto un portavoce del presidente della Nuova Caledonia, Louis Mapou, aggiungendo che l'informazione è stata fornita dalla polizia del territorio francese. «Più di 130 arresti e diverse decine di rivoltosi in custodia saranno portati davanti ai tribunali», ha detto l'Alta Commissione francese.
Martedì sono state introdotte delle misure per contenere i disordini: coprifuoco notturno, divieto di ogni incontro pubblico e chiusura delle scuole e dell’aeroporto almeno fino a giovedì mattina. Ma nonostante i divieti le proteste che la testata inglese The Guardian definisce «le peggiori dell'isola dagli anni '80».
I motivi della protesta
Ad avviare le rivolte il movimento per l'indipendenza, contrario al disegno di legge sulla riforma elettorale adottata dall'Assemblea nazionale francese.
Dopo la seconda notte di violenze il Fronte di Liberazione Nazionale Socialista Kanak, il partito pro indipendenza Flnks, ha chiesto di «placare gli animi». Ha fatto appello ai manifestanti affinché rimuovano «i blocchi stradali per consentire alla popolazione il libero accesso a prodotti, servizi e beni di prima necessità». Pur essendo contrario alla riforma costituzionale, il partito crede che «questa situazione non può giustificare la messa in pericolo della pace».
La riforma costituzionale
Dopo lunghi e tesi dibattiti, l’Assemblea nazionale di Parigi ha votato a favore della modifica con 351 voti favorevoli e 153 contrari. Ma la riforma avrà ancora bisogno dei tre quinti dei voti dei parlamentari riuniti in congresso a Versailles per essere approvata definitivamente. Il presidente Emmanuel Macron ha promesso, però, che si voterà «prima della fine di giugno». Ha preso tempo, quindi, per dare ai partiti locali, indipendentisti e lealisti, un'ultima possibilità di accordarsi su un testo convidiso.
«Si tratterà, collettivamente e responsabilmente, di trovare un accordo che vada oltre il semplice disgelo e che tenga conto dei progressi compiuti e delle aspirazioni di tutti», ha scritto Macron in una lettera ai rappresentanti locali, in cui ha anche condannato la «natura oltraggiosa e inaccettabile» delle proteste e ha invitato tutte le parti a «calmarsi».
Nuova Caledonia: che cos'è e dove si trova
L'isola, una delle più grandi dell'Oceano Pacifico, è una colonia francese nell'Oceano Pacifico, tra la Nuova Guinea e la Nuova Zelanda. Il territorio conta circa 57 mila abitanti, dei quali 27.800 indigeni, i Canachi, 16.700 Europei e 12.500 Asiatici, tra cui 7300 Giapponesi e 5300 Indocinesi Il capoluogo è Numea, situata nella parte sud-occidentale dell'isola, con 10 mila abitanti, di cui 6.500 Europei.
La Nuova Caledonia fu dal 1864 al 1896 una colonia penitenziaria usata come luogo di deportazione: vi furono condotti forzati, relegati e anche condannati politici. Grazie al clima, essa è adattissima alla popolazione europea. Per molto tempo la colonizzazione libera soffrì per la vicinanza di quella penale. Nel 1885, la popolazione libera era rappresentata da 3 mila persone, quella penale da 10 mila. Oggi la situazione è cambiata: la popolazione libera europea è di 16.700 abitanti, quella penale, è quasi scomparsa.